Fabbro e storia del ferro
Il ferro è un metallo di color bianco grigiastro, resistente
e malleabile, di grande importanza per le sue utilizzazioni industriali.
Esso ebbe molta importanza in epoca preistorica e sostituì il bronzo per
ragioni dovute all'abbondanza di giacimenti e per i minori costi in termini
di fatica umana. Grazie alla sua grande resistenza, era ritenuto più adatto
alla realizzazione di particolari attrezzi quali zappe, seghe, asce, e chiodi.
La lavorazione del ferro si presentò più difficoltosa di quella
del bronzo, infatti in epoca preistorica, non si raggiunsero temperature
sufficienti alla fusione e alla colatura in stampi, tranne che in Cina.
In Egitto e in Mesopotamia fu considerato addirittura un metallo prezioso
viste le difficoltà di lavorazione
Un progresso nella tecnologia del ferro venne dai Celti, che si dimostrarono
abili nella lavorazione del ferro battuto, apprendendo quest'arte dall'Oriente,
nel corso delle loro migrazioni.
Le prime opere importanti in ferro battuto, risalgono ai secoli XII-XIII, come ferri decorativi applicati alle porte di Cattedrali spagnole e francesi. In Italia nel XIV secolo si ebbero importanti maestri: come Conte Di Lello Orlandi, autore delle cancellate del Duomo di Orvieto.
Nel XV secolo le eccellenti qualità del ferro battuto italiano
si rivelano nelle lavorazioni di cancelli, balconi e, soprattutto di lanterne,
porta stendardi dei palazzi toscani.
Nei secoli XVII-XVIII l'evoluzione delle arti figurative dal barocco al
roccò ebbe riflessi anche nel ferro battuto, che venne lavorato
con esuberanza di motivi decorativi come nei cancelli di parchi o cortili
di castelli francesi mentre i ferri battuti italiani mantennero una corta
classicità nelle linee ornamentali.